Anche Ad Undecimum vuole onorare il ‘Giorno della memoria’ in ricordo delle vittime dell’Olocausto, riportando un breve estratto dalle memorie della prigionia di Bruno Rustico (1921-2000), testimone oculare della Schoah.
“All’arrivo di noi italiani a Köenigsberg, era il 20 settembre 1943, nel lager riservato agli Ebrei non abbiamo visto nessuno, ma abbiamo saputo che qualche tempo prima vi erano stati portati dei bambini, circa un migliaio. Dopo pochi giorni, sono stati fatti salire su dei barconi, trainati al largo del porto di Köenigsberg ed affondati nel Mar Baltico.
Primo massacro – Novembre 1943.
Ad occupare un’intera baracca sono arrivati, ai primi di novembre 1943, circa 220 Ebrei, tutte persone distinte; vestivano la tuta nuova fiammante. Infatti, erano stati appena catturati dalle SS. Diversi di loro portavano sul braccio sinistro l’etichetta con la scritta ‘ARTZ’ che significa ‘Medico’.
Ho chiesto ad altri cosa facessero nella loro vita privata, alcuni mi risposero avvocato, uno mi rispose diplomatico, altri imprenditori; insomma erano tutti dei professionisti.
Non furono mai impiegati in luoghi di lavoro, ma portati in qual campo solo in attesa della loro eliminazione fisica.
Non ho visto mai, durante la loro breve permanenza di circa 20 giorni, distribuire ad essi del cibo. Venivano lasciati passeggiare per il campo; quasi tutti restavano aggrappati al nostro reticolato e chiedevano con insistenza, nella loro grande disperazione, una sigaretta che noi purtroppo non abbiamo mai potuto dare, perchè non ne avevamo.
Un mattino della fine di novembre 1943 non li vediamo più.
Nel silenzio della notte erano stati condotti al porto, fatti salire su dei barconi, trainati alcune miglia al largo ed affondati nel Mar Baltico.
La loro disperazione nel salire su quei barconi ci venne descritta dai lavoratori del porto di Köenigsberg, prigionieri come noi, era straziante: si abbracciavano, chiamavano a gran voce i loro famigliari pensando forse di essere uditi dando loro l’ultimo saluto.
Passare da una vita agiata alla morte per annegamento nel breve tempo di una ventina di giorni, senza naturalmente mai ricevere cibo, sentendosi onesti, ma colpevoli di essere nati Ebrei era una cosa che supera le capacità di comprensione della mente umana.
La pesante frusta delle SS li ha convinti a salire con sollecitudine sui barconi della morte.”